Addestramento

Addestrare un cucciolo di labrador

Il cucciolo di Labrador ha tanta energia e passione per la vita. È il primo della classe del corso cuccioli: tutti gli esercizi di obbedienza, non litiga con i “compagni di classe”, è a proprio agio ovunque. Anche se ha sicuramente delle grandi doti, derivate dalla dura selezione per il lavoro di riporto, il Labrador però non “nasce imparato”. Ci vuole, infatti, del tempo affinché possa inserirsi appieno in famiglia. Tempo e attenzione. Come, del resto, tutte le razze.

Quando iniziare

Educare un cucciolo di labrador è sì un po’ impegnativo ma è anche molto divertente. Vuoi portarlo dalla tua parte? Offrirgli un bocconcino e vedrai che penderà dalle tue labbra. Durante il percorso della sua vita, puoi tranquillamente insegnargli diverse cose, come il richiamo e a selezionare gli alimenti. C’è una differenza tra il cucciolo di labrador femmina e quello maschio. Se la prima è più docile generale, il secondo vuole delle attenzione in particolare. La fase dell’educazione è molto importante poiché, crescendo, potrebbe diventare ‘troppo’ indipendente e fare di testa sua. Occhio, però, a sgridarlo: non c’è alcun bisogno di imporsi duramente, basta improntare il rapporto sulla collaborazione reciproca.

Perché educare il labrador

Educare e addestrare il labrador fin dai primi mesi di vita (anche dai 3 mesi o 4 mesi), vuol dire non avere praticamente alcun tipo di problema per il futuro. Ad esempio, saprai come tenere un labrador in appartamento e il cane non ti inonderà la casa di sporcizia.  Non solo: capirà perfettamente come stare al guinzaglio e anche riuscire a non creare problemi quando non ci sarà il padrone ad accudirlo. Con queste premesse, il labrador potrà essere addestrato nel migliore dei modi.

Le regole del cane

La regola ‘madre’ di ogni addestramento del labrador, e dei cani in generale, è di pensare che sono degli esseri viventi che comunicano. Certo, non hanno il nostro stesso linguaggio ma ci sono dei segnali a cui bisogna dare importanza: dall’abbaiare al movimento della coda. Conoscere cosa vogliano dire questi gesti, infatti, consente una comunicazione migliore tra, appunto, il padrone e l’animale stesso. Il labrador è un cane che ama stare all’aria aperta, tra la socialità. Certo, vive in un branco dove ci sono delle regole ben precise che si sono date, dei limiti da non superare. Il termine ‘branco’, però, può intendersi in vari modi: non bisogna pensare che sia necessariamente un gruppo di cani. Il branco può essere anche la famiglia di persone che lo accudisce. C’è, però, una regola fondamentale: il labrador non è una persona, quindi si comporterà da cane. Un cane che sarà molto fedele al capobranco e gli altri sono a metà tra lui e il capo che dovrà rispettare. La severità va più che bene per il labrador ma ciò non deve assolutamente sfociare nella sottomissione. Il labrador è un cane a cui piace giocare e vederlo triste è davvero un brutto scenario!

I sistemi educativi

Ci sono tre punti focali per educare e addestrare al meglio un cane. Tutti e tre di estrema importanza. Il primo è la ripetizione, per far apprendere al meglio il tuo cane ciò che deve imparare. La ricompensa è una sorta di ‘premio’ per aver svolto al meglio il compito assegnatogli. La ricompensa può essere un po’ di cibo o anche qualche carezza in più. Del resto, i cani si accontentano dell’amore e dell’affetto! Il castigo, terzo punto, è un “NO” secco, detto con convinzione e possibilmente con autentica irritazione, ma senza isterismi; le busse dovrebbero essere uno strumento educativo da utilizzare solo eccezionalmente. È importantissimo capire che gratificazioni e castighi devono essere impartiti nel momento in cui il cane fa bene o sbaglia. Facciamo un esempio. Se il tuo cane è scappato e quando ritorna vuoi punirlo o castigarlo, stai commettendo un grande errore. Perché la prossima volta potrebbe non ritirarsi o, quantomeno, si trova un po’ spiazzato. Va rimproverato nel momento in cui fugge. È lì che avrebbe compreso il suo sbaglio. Quando vedi che un cane non ascolta il padrone, spesso è solo questione di tempo sbagliato.

Pipì e cacca

Il labrador impara facilmente a non sporcare. È dai circa 80 giorni di vita che si può cominciare a educare il labrador. Farlo prima potrebbe essere tempo sprecato. Nei cuccioli la defecazione è un riflesso che segue al pasto.

Qui devi prestare la massima attenzione. Se fin dall’inizio, dopo aver mangiato, lo porti sull’erba dove farà i suoi bisogno, si abituerà fin da subito che lì dovrà andare quando avrà questi stimoli. Piccolo avviso: non imparerà immediatamente. Non lesinare i complimenti al cucciolo, quando avrà fatto i suoi bisogni. Si sentirà gratificato e sarà più propenso a farli sempre lì. Tu hai un solo scopo in questi casi: far capire che c’è un luogo preposto per i bisogno. Se riuscissi a non farlo sbagliare mai, imparerà molto più facilmente. Perché i cani hanno questa proprietà: una volta che hanno capito, difficilmente dimenticano.

Inizialmente sarai tu a doverti adattare a un cucciolo, ma da adulto sarà lui ad adattarsi alle tue esigenze. Passato il primo periodo le abitudini si fisseranno, e sarà una grossa conquista per il futuro perché quando si troverà in casa da solo, invece di sporcare per terra aspetterà che torni. Il cane non può essere lasciato da solo per troppo tempo. Anche perché non se lo merita di restare in solitaria e, soprattutto, di trattenersi per tanto tempo. Ciò vale anche quando i bisogni possono scappare fuori i canonici orari: evita che possa grattare la porta o si metta a girare nervosamente intorno annusando o abbai per essere condotto fuori. La cosa migliore è stare attenti e capire quando il cane vi indica che vuole andare fuori. Generalmente, il cane andrebbe portato fuori la mattina presto, dopo che ha fatto ‘colazione’, e la sera. Se, però, vuoi portarlo anche di pomeriggio, ben venga! Il cane tende a scegliere un luogo preciso dove fare i suoi bisogni ed è bene che lo aiuti a sceglierlo e aspettare lì finché non ha finito.

Il guinzaglio

Le costrizioni del guinzaglio possono essere vissute dal cucciolo con molta frustrazione. Per eliminare questo rischio è necessario applicare due regole: evitare l’impatto brusco e condizionare il cucciolo associando al guinzaglio eventi a lui graditi. L’ideale sarebbe fargli fare una passeggiata in un posto a lui congeniale o che, comunque, risulti subito congeniale ai suoi gusti. Il cucciolo e il cane adulto, felice di vedervi prendere il guinzaglio. Il miglior guinzaglio per il labrador è quello “corto” tradizionale con collare di cuoio. Nel caso il cucciolo di labrador dovesse essere più esuberante del solito, la soluzione è optare per un collare con in aggiunta una catenina scorrevole. Occhio a non farlo male, quindi non usare maglie troppo sottili. Non usare l’imbracatura perché, in questo caso, potresti trovarti in difficoltà a gestire un cane come il labrador stesso. Oltre che, comunque, a pregiudicare lo sviluppo delle sue ossa. Non vogliamo dare giudizi di merito se sia giusto tenere perennemente al collare il labrador. Qualora decidessi di optare per questa ipotesi, cerca di non usare un collare troppo stretto in modo da evitare che rimanga impigliato in qualcosa. L’addestramento può iniziare verso i tre mesi e deve essere finalizzato ad insegnare al cane a non tirare e a camminare al vostro fianco senza accettare “provocazioni”. Inizialmente le passeggiate non devono superare i dieci minuti perché le marce forzate fanno male alle fragili articolazioni del cucciolo. I primi giorni dovrai essere tu a seguire il cucciolo. Dopo questa fase, quindi, potrai combaciare il chiamarlo con il tirarlo per poi allontanarti. Lo scopo? Fare in modo che il movimento possa attirare la sua attenzione ed evitare fraintendimenti. Durante la passeggiata, dai al cucciolo cibo e carezze. Ricorda di non tirare troppo forte il guinzaglio. Il cane dovrà imparare a muoversi alla tua sinistra e non davanti o dietro di te. Se tende ad andare avanti, tirate leggermente e andate nella direzione opposta senza aspettare il cucciolo. Se oppone resistenza e rimane indietro, fermatevi e ripartite con un piccolo strattone, chiamandolo. Il cucciolo vuole tirarvi? Nessun problema: fai dei semicerchi per riportarlo nella giusta direzione oppure prima che possa arrivare al limite del guinzaglio, pronuncia un secco “NO” mentre tiri il guinzaglio. Se vedi che il cucciolo rallenta perché attratto da qualcosa, non lo aspettare. La soluzione, in questo caso, è invertire il senso di marcia e camminare subito, in modo che il cane non ha la possibilità di ribellarsi. Puoi fargli fare pratica semplicemente portando il cane su un marciapiede diviso da un piccolo muretto. Deve camminare in mezzo e ogni volta che cerca di passare avanti a voi toccatelo sul naso con un giornale o un rametto di foglie e dite “NO”. Solo quando avrà imparato questi meccanismi in maniera fluida, allora potrai portarlo dove ci sono le persone e altri cani. I tempi? Non prima di due mesi.

Il richiamo

Nell’addestrare il cane labrador, una cosa è molto importante: deve rispondere subito ai fischi o, comunque, a quel segnale inequivocabile che dimostri come si stia rivolgendo a lui. Questo per evitare situazioni pericolose, come ad esempio attraversare la strada. Ciò, però, non vuol dire che tu debba chiamarlo continuamente. Anzi, devi farlo solo quando è strettamente necessario. Il richiamo deve essere molto breve, perché spesso si tratta di una questione di attimi. Occhio, inoltre, a non commettere l’errore di provare a fregarlo: magari vuoi legarlo e lo chiami. Il cane abbocca e tu lo leghi. Così non va bene perché rischierebbe di associare la chiamata a un qualcosa di negativo. Nemmeno se magari vuoi punirlo. Aspetta qualche momento in più, ma non chiamarlo per dargli una lezione. Il labrador è un cane adatto sia per la famiglia che per il lavoro da riporto. Ed è proprio grazie a quest’ultimo aspetto che è oggi come lo vediamo. Nonostante abbia partecipato a dei concorsi di bellezza, il suo stile non si è mai rivoluzionato per fini, diciamo, ‘commerciali’. e proprio vogliamo dare una sorta di schematizzazione, si può tranquillamente che ci sono i cani ‘di bellezza’ e i cani di linea ‘da lavoro’, questi ultimi sono principalmente neri e giallo. L’addestramento, in questo caso, non è certamente semplice, anzi. Si alternano fasi di obbedienza ad aspetti meramente fisici, come il correre e anche la capacità di stare in silenzio. Infatti, in questo caso, si ‘allena’ il labrador a non abbaiare e di portare la preda senza rovinarla.

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